INTELLIGENZA ARTIFICIALE
ObiettiviClick to read
Questo modulo risponderà alle seguenti domande:
- Qual è l'impatto dell’Intelligenza Artificiale sugli individui?
- Com’è cambiata la relazione tra le macchine e gli esseri umani?
- Quali cambiamenti comporta la «Seconda Età delle Macchine» nel mondo del lavoro?
Quali sono stati i balzi in avanti più importanti nella storia dell'umanità?Click to read
Come impara quasi subito chiunque provi a porsi questa domanda, è difficile dare una risposta.
Tanto per cominciare, quand'è che comincia la «storia dell'umanità»?
Ci sono alcune importanti evoluzioni che non hanno nulla a che vedere con animali, piante o guerrieri. Alcune sono semplici idee.
Il filosofo Karl Jaspers ci ricorda che Buddha (563-483 a.C.), Confucio (551- 479 a.C.) e Socrate (469-399 a.C.) vissero più o meno nello stesso periodo, ma in luoghi assai lontani.
Nella sua analisi sono loro i pensatori centrali del Periodo assiale, che va dall'800 al 200 a.C.
Jaspers lo definisce «un profondo respiro che favorisce la coscienza più lucida» e aggiunge che i suoi filosofi regalarono fertili scuole di pensiero alle tre civiltà maggiori: indiana, cinese ed europea.
In Why the West Rules - For Now Morris affronta un interrogativo ancor più fondamentale: se sia sensato o legittimo cercare di classificare o paragonare i fatti e i progressi dell'umanità.
Molti antropologi e tanti altri specialisti delle scienze umane sostengono che non lo sia.
Come facciamo a decidere qual è il più importante tra questi balzi in avanti? Click to read
Morris non è d'accordo e il suo saggio è un tentativo di quantificare lo sviluppo umano. Come scrive lui stesso:
«ridurre l'oceano dei fatti a semplici risultati numerici ha i suoi inconvenienti ma ha anche il grande merito di costringere tutti quanti ad affrontare lo stesso dato, con esiti sorprendenti».
Detto altrimenti, se vogliamo capire quali sono i progressi che hanno deviato la curva della storia umana, è abbastanza logico cercare intanto di tracciarla.
Per molte migliaia di anni l'umanità ha seguito una traiettoria ascendente molto graduale. Il progresso era penosamente lento, quasi invisibile.
Animali e fattorie, guerre e imperi, filosofie e religioni, nulla riusciva ad avere una grande influenza.
Ma poco più di due secoli fa è arrivato un fenomeno repentino e profondo che ha deviato di quasi 90° la curva della storia umana, della popolazione totale e dello sviluppo sociale.
Possiamo essere ancora più precisi specificando quale tecnologia è stata la più importante: la macchina a vapore, o, per essere ancor più precisi, la macchina a vapore messa a punto e migliorata da James Watt e colleghi nella seconda metà del diciottesimo secolo.
Naturalmente la Rivoluzione industriale non è soltanto la storia del motore a vapore, però è dal vapore che è partito tutto.
Macchine del progresso: l’impatto della tecnologiaClick to read
E adesso arriva la seconda età delle macchine.
I computer e le altre innovazioni digitali stanno facendo per la nostra forza mentale, per la capacità di usare il nostro cervello affinché capisca e influenzi il nostro ambiente, quello che la macchina a vapore e i suoi epigoni fecero per la forza muscolare.
Ci permettono di superare i precedenti limiti e ci portano in un territorio inesplorato.
Per il progresso e lo sviluppo, per controllare l'ambiente fisico e intellettuale al fine di fare delle cose, la forza mentale è importante almeno quanto la forza fisica.
Un impulso così poderoso e senza precedenti alla potenza mentale dovrebbe significare un grande stimolo per l'intera umanità, come è avvenuto con l'impulso alla potenza fisica.
Giocare a rincorrersiClick to read
Gli ultimi anni sono stati sorprendenti.
I computer hanno iniziato a diagnosticare le malattie, ad ascoltarci e a parlare con noi, e a scrivere prosa di ottima qualità, mentre i robot hanno cominciato a sfrecciare nei magazzini e a guidare automobili senza alcun aiuto o con un aiuto minimo.
Le tecnologie digitali per tanti anni s'erano dimostrate ridicolmente incapaci in tante di queste attività, poi sono di colpo diventate bravissime.
Com'è successo?
E quali sono le implicazioni di questo progresso, stupefacente eppure ormai considerato ordinario?
A che punto siamoClick to read
Viviamo in un'era di incredibili progressi delle tecnologie digitali, quelle che hanno al centro hardware, software e reti informatiche.
Non sono tecnologie inedite, le imprese si dotano di computer da oltre mezzo secolo e già nel lontano 1982 la rivista Time definì il computer «Macchina dell'anno».
Tuttavia, così come sono state necessarie più generazioni per migliorare la macchina a vapore fino al punto di riuscire a fornire energia alla Rivoluzione Industriale, c'è voluto altrettanto per mettere a punto le nostre macchine digitali.
I computer continueranno a migliorare e a fare cose nuove senza precedenti.
Per «piena espressione della potenza» si può semplicemente intendere che i mattoni sono già al loro posto affinché le tecnologie digitali possano dimostrarsi importanti e capaci di trasformare la società e l'economia quanto la macchina a vapore.
Per farla breve, siamo a un punto di svolta, al punto in cui la curva s'impenna, grazie ai computer. Stiamo entrando in una seconda età delle macchine.
La nostra seconda conclusione è che le trasformazioni portate dalla tecnologia digitale saranno profondamente benefiche.
Stiamo andando verso un'epoca che non solo sarà diversa, ma sarà anche migliore perché potremo aumentare sia la varietà sia il volume del nostro consumo.
Così espressa, cioè usando l'arido vocabolario dell'economia, sembra quasi uno scenario disdicevole. Chi è che vuole consumare sempre di più? Solo che noi non consumiamo soltanto calorie e benzina.
Consumiamo informazione da libri e amici, divertimento fornito dalle grandi star e anche dai dilettanti, esperienza da insegnanti e dottori e innumerevoli altre cose che non sono fatte di atomi. La tecnologia può offrirci più possibilità di scelta e perfino più libertà.
Quando questi beni sono digitalizzati, quando sono convertiti in tanti bit archiviabili su un computer e inviabili in rete, acquisiscono alcune qualità strane e meravigliose.
Sono soggette a un'economia diversa, in cui l'abbondanza, e non la scarsità, è la norma.
Come dimostreremo, i beni digitali non sono come quelli fisici, e queste sono differenze che contano.
I beni fisici rimangono essenziali, e quasi tutti vorremmo averne in misura maggiore, e di maggiore qualità e varietà.
Non conta se desideriamo mangiare di più: tutti vorremmo comunque mangiare meglio o più differenziato.
Non conta se vogliamo bruciare più idrocarburi fossili: vorremmo comunque poter visitare più luoghi con più agio.
I computer ci stanno aiutando a conseguire questi obiettivi e tanti altri.
La digitalizzazione sta migliorando il mondo fisico, e questi miglioramenti possono solo diventare più importanti.
Gli storici dell'economia sono ampiamente d'accordo sul fatto che, come dice Martin Weitzman, «la crescita a lungo termine di un'economia avanzata è dominata dal progresso tecnico».
Come dimostreremo in queste pagine, il progresso tecnico sta migliorando esponenzialmente.
Nella sua corsa il progresso tecnologico lascerà a piedi qualcuno, forse tanta gente. Come dimostreremo, non c'è mai stato un momento migliore per essere un lavoratore specializzato o istruito nel senso giusto del termine, perché questo è il tipo di persona che può usare la tecnologia per creare e catturare valore.
Però non c'è mai stato un momento peggiore per essere un lavoratore che ha da offrire soltanto capacità «ordinarie» perché computer, robot e altre tecnologie digitali stanno acquisendo le medesime capacità e competenze a una velocità inimmaginabile.
Quasi tutte le innovazioni descritte in questo capitolo sono arrivate negli ultimissimi anni. Le abbiamo viste in settori in cui i progressi erano stati lenti per tanto tempo e in cui scrupolosi studi erano giunti più di una volta alla conclusione che non ci sarebbe mai stata un'accelerazione.
Poi, dopo tanta gradualità, il progresso digitale è arrivato all'improvviso.
È arrivato in più settori, dall'intelligenza artificiale fino alle auto che si guidano da sole e alla robotica.
Com'è successo? È stato un colpo di fortuna, la confluenza di vari miglioramenti felici ma estemporanei?
Tecnologie general purpose: quelle che contano davveroClick to read
Gordon e Cowen considerano essenziale per il progresso economico l'invenzione di tecnologie potenti.
Infatti gli storici dell'economia sono complessivamente d'accordo sul fatto che certe tecnologie sono abbastanza significative da accelerare la normale marcia dell'avanzamento economico.
Per fare questo, esse devono diffondersi in tanti settori, se non quasi in tutti, non possono rimanere relegate in uno soltanto.
La macchina a vapore e l'energia elettrica, di contro, si diffusero in fretta pressoché ovunque.
La macchina a vapore non ha soltanto aumentato in maniera massiccia la quantità di energia disponibile per le fabbriche, ma ha anche rivoluzionato i viaggi su terra e per mare permettendo la nascita delle ferrovie e dei piroscafi.
L'elettricità ha dato un ulteriore impulso alle fabbriche permettendo che i macchinari fossero alimentati individualmente. Ha anche illuminato stabilimenti, uffici e magazzini e portato a ulteriori innovazioni come l'aria condizionata, che ha reso gradevoli posti di lavoro.
Gli economisti definiscono le innovazioni come l'energia a vapore e quella elettrica general purpose technologies (GPT).
Lo storico dell'economia Gavin Wright ci offre una definizione concisa: «Idee o tecniche radicalmente nuove che hanno un impatto potenzialmente importante in tanti settori dell'economia».
Qui per «impatto» intendiamo una spinta significativa all'output dovuta ai notevoli guadagni nella produttività. Le GPT sono importanti perché sono economicamente significative, perché discontinuano e accelerano il normale avanzare del progresso economico.
Dice Cowen: «i vantaggi di Internet sono molto concreti e sono qui per lodarli, non per criticarli [...]. Il quadro complessivo è questo: ci divertiamo di più anche grazie a Internet. E ci divertiamo spendendo meno. [Ma] siamo un po' scarsi dal lato dei ricavi, perciò è dura pagare i nostri debiti, che si tratti di individui, imprese o governo".
La ICT del ventunesimo secolo, per farla breve, è bocciata all'esame principale, quello che le chiede di dimostrarsi economicamente significativa.
Sono stati presentati gli aspetti più notevoli della seconda età delle macchine:
Queste tre forze ci stanno garantendo conquiste che trasformano la fantascienza in realtà di tutti i giorni.
Intelligenza umana e artificiale nella seconda età delle macchineClick to read
Così come i beni gratuiti al posto dei prodotti fisici costituiscono una fetta sempre più importante del consumo, gli intangibili sono anche una quota crescente dei capital asset dell'economia, i beni capitali fisici.
La produzione nella seconda età delle macchine si basa meno sui macchinari e sulle strutture fisiche (i capital asset) e più sulle quattro categorie di Asset intangibili:
La seconda, e ancor più vasta, categoria di intangibili è il capitale organizzativo come le nuove procedure gestionali, le tecniche di produzione, le forme di organizzazione e i modelli di business.
L'utilizzo efficace delle nuove tecnologie della seconda età delle macchine richiede quasi invariabilmente cambiamenti nell'organizzazione del lavoro.
I contenuti generati dagli utenti sono una terza categoria, più piccola ma in rapida crescita, di asset intangibile.
Gli utenti di Facebook, YouTube, Twitter, Instagram, Pinterest e altre forme di contenuto online non solo consumano i contenuti gratuiti e incamerano il surplus del consumatore discusso poco fa, ma producono anche la gran parte dei contenuti.
Quotidianamente sono inserite 43.200 ore di nuovi video su YouTube, e 250 milioni di nuove foto vengono caricate ogni giorno su Facebook.
Inoltre gli utenti forniscono un contenuto prezioso, anche se non misurato, sotto forma di recensioni in siti come Amazon, TripAdvisor e Yelp.
I contenuti generati dagli utenti comprendono anche le semplici informazioni binarie usate per classificare le recensioni e presentare più in alto il contenuto migliore per esempio quando Amazon chiede «questa recensione ti è stata utile?»
Le aziende di hardware e software oggi fanno a gara per migliorare la produttività delle attività relative ai contenuti generati dagli utenti.
Per esempio, gli smartphone e le App per smartphone ormai prevedono facili o automatici strumenti per postare foto su Facebook.
Questo contenuto ha valore per gli altri utenti e può essere considerato un altro tipo di capital asset intangibile che viene aggiunto alla nostra ricchezza collettiva.
La quarta e più grossa categoria è il valore del capitale umano. I tanti anni che passiamo tutti quanti a scuola a imparare capacità come leggere, scrivere e fare di conto, oltre agli aggiornamenti addizionali che possono capitare al lavoro o procacciati da noi, ci rendono più produttivi e, in certi casi, sono intrinsecamente gratificanti.
L’economista Adam Smith capì che uno dei grandi inconvenienti della prima età delle macchine era come costringeva i lavoratori a svolgere mansioni ripetitive.
Nel 1776 notò: «L'uomo la cui intera vita viene passata a eseguire poche semplici operazioni, i cui effetti sono forse sempre gli stessi, o quasi, non ha modo di esercitare il comprendonio».
Gli investimenti nel capitale umano diventeranno sempre più importanti con l'aumento dell'automazione dei lavori di routine e della necessità di creatività umana.
Il Divario. Un esempio: la fotografiaClick to read
Paragonate queste cifre con quelle del colosso predigitale Kodak:
La Kodak dava lavoro a un certo punto a 145.300 persone, un terzo delle quali a Rochester, New York, mentre indirettamente aveva alle dipendenze parecchie altre migliaia di persone tramite la grande catena di fornitori e i canali di distribuzione al dettaglio necessari per le aziende della prima età delle macchine.
La Kodak ha arricchito il suo fondatore, ma ha anche fornito posti di lavoro
ben pagati a più generazioni di persone. Purtroppo 132 anni dopo, qualche
mese prima che Instagram fosse venduta a Facebook, la Kodak ha dichiarato
bancarotta. Eppure la fotografia non era mai stata tanto popolare.
Oggi si caricano su Facebook 70 miliardi di foto ogni anno a un costo praticamente pari a zero.
Queste foto sono tutte digitali: pertanto le centinaia di migliaia di persone che lavoravano alla produzione di sostanze chimiche e carta per la fotografia non sono più necessarie.
La fotografia non è un esempio isolato di questo trapasso. Storie simili sono
state e saranno raccontate anche nel settore della musica e dei media, nella finanza e nell'editoria, nel commercio, nella distribuzione, nei servizi e nella produzione.
In quasi tutti gli ambiti il progresso tecnologico porterà un'abbondanza senza precedenti.
Sarà creata più ricchezza con meno lavoro.
Tuttavia, per lo meno nel nostro attuale sistema economico, questo progresso avrà anche effetti enormi sulla distribuzione del reddito e della ricchezza.
Se il lavoro eseguito da una persona in un'ora può essere svolto da una macchina per un dollaro, allora un datore di lavoro interessato a massimizzare il profitto non offrirà una paga superiore al dollaro per quel lavoro.
La combinazione di abbondanza e divario mette in crisi due visioni del mondo popolari per quanto contraddittorie.
Entrambe le visioni hanno un nocciolo di verità, ma la realtà è più sfumata.
I rapidi progressi dei nostri strumenti digitali stanno creando un benessere mai visto prima, ma non esiste una legge economica che garantisca che tutti i lavoratori, o anche solo una maggioranza, beneficeranno dei suddetti progressi.
Potremmo chiamarlo cambiamento tecnico distorto a favore del talento.
In tanti settori la differenza di ricchezza tra il numero uno e il secondo è diventata un baratro.
Gli scarti crescenti negli stipendi tra le persone con o senza laurea e tra possessori di capitale e lavoratori, sono stati ridicolizzati da ancor più imponenti cambiamenti su in cima.
Come già notato, tra il 2002 e il 2007 l'1% più ricco ha ottenuto i due terzi di tutti i profitti provenienti dalla crescita dell'economia statunitense.
Ma da chi sarebbe composto questo 1%?
L'economista Steven Kaplan della University of Chicago ha scoperto che quasi tutti lavorano in altri settori: nei grandi mezzi di comunicazione e nello spettacolo, nello sport e negli studi legali, oppure sono imprenditori e alti dirigenti.
Le persone possono restare preziosi operatori della conoscenza nella nuova età delle macchine: capacità di ideazione, di riconoscimento di pattern in un ampio contesto e di comunicazione complessa.
E, ogni volta che è possibile, approfittate degli ambienti di apprendimento auto-organizzati, che hanno fama di essere capaci di sviluppare queste capacità nelle persone.
Se non vai all’universitàClick to read
Una delle prove materiali più forti che conferma il fatto che gli studenti non acquisiscono le giuste competenze è il lavoro dei sociologi Richard Arum e Josipa Roska riassunto nel loro libro Academically Adrift: Limited Learning on College Campuses
Arum e Roska hanno utilizzato il Collegiate Learning Assessment (CLA), un test messo a punto di recente che gli studenti universitari devono sostenere per valutare le loro capacità di pensiero critico, comunicazione scritta, risoluzione di problemi e ragionamento analitico.
Anche se il CLA si svolge davanti a un computer, richiede di scrivere elaborati invece di dare una serie di risposte ai quiz a scelta multipla.
Una delle sue componenti principali è la «performance task» che presenta agli studenti un insieme di documenti a corredo e concede loro novanta minuti per redigere un saggetto in cui devono estrarre le informazioni dai materiali dati esviluppare un punto di vista o una raccomandazione.
Detto in breve, la performance task è un valido test sulle capacità di ideazione, riconoscimento di pattern e comunicazione complessa.
Che cosa spiega questi risultati deludenti? Arum, Roska e colleghi dimostrano materialmente che gli universitari odierni dedicano solo il 9% del proprio tempo allo studio (rispetto al 51% dedicato a "socializzazione, attività ricreative e altro"), molto meno che nei decenni precedenti, e che solo il 42% riferiva di avere seguito nel semestre precedente un corso che richiedesse di leggere almeno quaranta pagine alla settimana e di scrivere almeno venti pagine in totale.
Però gli autori scoprono anche che in ogni college preso in esame alcuni studenti dimostrano un notevole miglioramento nel CLA.
In genere sono quelli che hanno passato più tempo a studiare (in particolare da soli), hanno seguito corsi che richiedevano molte letture ed elaborati e avevano professori più esigenti.
Arum, Roska e colleghi hanno seguito più di 2300 studenti impegnati a tempo pieno in un corso di laurea quadriennale in un certo numero di college e università americani. Le loro scoperte sono allarmanti:
Il progresso medio nei test dopo quattro anni era abbastanza limitato.
Raccomandazioni politicheClick to read
Quando la tecnologia avanza troppo alla svelta perché l'istruzione possa starle dietro, di solito la disparità cresce.
Avendolo capito nei primi anni del secolo scorso, gli Stati Uniti investirono corposamente nell'istruzione di base.
Goldin riporta che nel 1955, per esempio, quasi l'80% dei bambini americani tra i quindici e i diciannove anni era iscritto alle superiori, un livello all'epoca più che doppio che in qualsiasi paese europeo.
Nell'ultimo mezzo secolo questo netto vantaggio statunitense nell'educazione primaria è scomparso e oggi il paese non va oltre le posizioni centrali tra i paesi
ricchi, e anche peggio in alcune materie importanti. La più recente indagine del Programma per la valutazione internazionale degli studenti (PISA) dell'OCSE, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, condotta nel 2009, ha scoperto che i quindicenni americani erano al
Sostegno ai nostri scienziatiClick to read
Dopo essere cresciuti per un quarto di secolo, nel 2005 gli aiuti del governo federale alla ricerca accademica di base hanno iniziato a diminuire. Questo sta
causando una certa preoccupazione perché l'economia insegna che la ricerca di base ha grandi ricadute positive. Questo banale dato di fatto crea un ruolo per il governo, i cui dividendi potrebbero essere enormi. Internet, solo per fare un esempio famoso, è nata dalle ricerche del ministero della Difesa statunitense per allestire reti a prova di bomba.
I sistemi GPS, gli schermi touchscreen, i software di riconoscimento vocale come Siri della Apple e tante altre innovazioni digitali derivano anche loro dalla ricerca di base finanziata dal governo. È abbastanza logico affermare che hardware, software, reti e robot non esisterebbero nel volume, nella varietà e nelle forme che conosciamo senza i continui stanziamenti pubblici.
Raccomandazioni a lungo termineClick to read
L'elemento che cambierà con maggiore probabilità e che porterà problemi e sfide è un aspetto che non abbiamo ancora citato:
Nelle economie capitaliste odierne quasi tutti acquisiscono i soldi per comprare le cose offrendo il proprio lavoro all'economia. Siamo quasi tutti lavoratori, non proprietari di capitale.
Tuttavia, se le teorie su AI, androidi e Seconda Età delle Macchine sono corrette, questo secolare scambio diventerà col tempo meno fattibile
Un buon numero di economisti si dimostra preoccupato da questo possibile fallimento del capitalismo.
Molti di loro hanno proposto la medesima semplice soluzione: dare soldi alla gente.
Il governo potrebbe distribuire ogni anno un'uguale somma di denaro a tutti i cittadini, senza svolgere alcune valutazioni atte a verificare chi ha davvero bisogno di soldi o chi dovrebbe averne di più o di meno.
Oggi il reddito minimo non fa parte del dibattito politico ufficiale ma ha una storia sorprendentemente lunga ed è stato a un passo dal diventare realtà nell'America del Novecento.
Uno dei suoi primi fautori, l'attivista politico angloamericano Thomas Paine, nel suo opuscolo del 1797 Agrarian Justice auspicava che tutti ricevessero una somma in soluzione unica una volta arrivati all'età adulta per compensare l'ingiustizia del fatto che alcuni erano nati in una famiglia di proprietari terrieri e altri no.
Tra i sostenitori successivi troviamo il filosofo Bertrand Russell e il leader del movimento per i diritti civili Martin Luther King Jr., il quale scrisse nel 1967:
«Sono ormai convinto che la strategia più semplice si dimostrerà la più efficace. La soluzione per la povertà è abolirla direttamente con una misura oggi ampiamente discussa: il reddito garantito»
Il presidente che fu eletto quell'anno, il repubblicano Richard Nixon, cercò di farla diventare legge durante tutto il suo primo mandato.
In un discorso del 1969 propose un Family Assistance Plan che aveva parecchi aspetti di un programma di reddito minimo.
Questo piano fu appoggiato da tutti gli schieramenti ideologici, ma ebbe anche un folto e diversificato gruppo di contestatori.
L'economista conservatore e vincitore di premio Nobel Milton Friedman non amava gli interventi statali, eppure era favorevole a quella che ha chiamato "imposta negativa" per aiutare i poveri.
Ecco come l'ha spiegata in un'apparizione televisiva del 1968:
«Sotto le leggi presenti abbiamo una tassa positiva sul reddito che tutti conosciamo [...]. In base a essa, se sei a capo di una famiglia di quattro persone, per esempio, e hai 3000 dollari di reddito, non paghi le tasse né ricevi alcun contributo. Ti trovi sulla soglia dell'esenzione fiscale. Immagina di avere un reddito di 4000 dollari. Allora hai un reddito tassabile positivo di 1000, sul quale alle aliquote attuali (14%) paghi 140 dollari di tasse. Immagina di avere invece oggi un reddito di 2000 dollari. Hai diritto alle deduzioni ed esenzioni di un imponibile di 3000, che su un reddito di 2000 significa che hai un imponibile [...] negativo di 1000. Ma attualmente, in base alle normative vigenti, non ti avvantaggi di queste deduzioni non utilizzate. Il senso di una imposta negativa è che, quando il tuo reddito è sotto la soglia di incapienza, ne ottieni una frazione pagata "dal" governo. Ricevi soldi invece di darli».
La tassa negativa sul reddito unisce il reddito minimo garantito a un incentivo a lavorare. Sotto la soglia dell'esempio (che nel 1968 era di 3000 dollari ma nel 2013 sarebbe di 20.000), ogni dollaro guadagnato aumenta il reddito totale di uno e mezzo. Questo incoraggia la gente a iniziare a lavorare e a trovarsi un altro impiego ancora, anche se la paga che riceve per questo è bassa. La incoraggia anche a fare la dichiarazione dei redditi e a diventare così parte della forza lavoro classica e visibile.
BibliografiaClick to read
1) Kurzweil R., The Age of Spiritual Machines, New York, Viking Press, 1999
2) Brynjolfsson E., McAfee A., La nuova rivoluzione delle macchine, Milano, Feltrinelli, 2015
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