Gestione budget personale e familiare Pillole di gestioneClick to read
Tutti noi, indipendentemente dall’età, compiamo cosiddette scelte economiche. E cioè, ci troviamo quotidianamente in situazioni, per esempio “bisogni” nel senso più ampio, che ci richiedono di utilizzare le nostre risorse economiche.
D'altra parte, le competenze finanziarie per tutti sono da tempo al centro di numerose strategie nazionali ed europee, perché queste competenze (insieme a quelle assicurative e previdenziali) sono essenziali per compiere scelte sicure e coerenti, in linea con le proprie condizioni, soprattutto se le attività finanziarie sono svolte online o attraverso strumenti digitali, rispetto ai quali gli anziani (60 o 65+) sono complessivamente molto meno competenti di altri cluster generazionali.
Più semplicemente, ogni giorno (o quasi ogni giorno) dobbiamo scegliere e decidere quanto spendere e per cosa. Stabiliamo anzitutto quali sono le spese immediate e quelle che invece non sono particolarmente urgente. Soprattutto, quasi ogni giorno, scegliamo quanti soldi accantonare o risparmiare per il futuro, quanto investire (anche zero) per far crescere le proprie risorse, quanto spendere per azioni o servizi durevoli ma che nell’immediato non offrono “nulla” (per esempio, una polizza assicurativa).
Qualche suggerimento utile e pratico? Partiamo da che cosa è, davvero, risparmiare.
Se qualcuno pianifica (o risparmia attivamente), in linea generale, non risparmia partendo già dalle spese sostenute, ma il contrario. Anzitutto, in modo regolare, accantona come prima operazione. Poi, avendo già messo da parte una determinata percentuale delle proprie entrate, sosterrà spese obbligatorie o anche solo accessorie.
L’analisi dell’andamento personale e/o familiare è un ulteriore elemento fondamentale. Prima ancora cioè di pianificare un determinato risparmio (per esempio mirato a un acquisto futuro, più o meno impegnativo), è necessario avere chiara la propria situazione, partendo dal dato attuale e ovviamente da quello passato. In sostanza, bisogna quantificare con esattezza quanto entra e quanto viene speso, cioè concretamente quanto “esce” dalle casse personali (o familiari), potendo al contempo visionare e controllare cosa è regolare (e ogni quanto), per esempio un affitto, oppure le bollette, e cosa è “eccezionale”. Per esempio, nel corso di un anno, visionare concretamente le uscite ordinarie e le loro tempistiche, potendo rispondere a delle domande chiare, tra cui:
Nell’arco di dodici mesi, quanto ho speso per le mie utenze (o quelle della mia famiglia)?
Sommandole tutte (luce, acqua, gas, condominio..), a quanto ammontano? Qual è la media mensile? Al contempo, visionare con chiarezza tutte quelle spese accessorie, in sostanza “imprevisti” che, auspicabilmente, non si ripeteranno durante l’anno seguente. Un infortunio, un guasto all’automobile, un importante lavoro di manutenzione, la necessità di cambiare casa (trasloco, spese di agenzia, etc.) Avere sempre sotto mano la propria pianificazione (trimestrale o quadrimestrae, e infine annuale) significa essere concretamente in grado di identificare gli sprechi, di azzerare spese che risultano essere del tutto superflue (un abbonamento a una rivista che non leggi più e di cui ti sei dimenticato..). Soprattutto, questa presa di visione e consapevolezza permette di capire, chiaramente, quanto è possibile accantonare e risparmiare. Pianificare, accantonare. In che modo?Click to read
Molte persone, soprattutto di fascia d’età adulta o anziana, hanno poca familiarità con i numerosissimi (e generalmente online) strumenti di pianificazione e monitoraggio economico personale e familiare. Inoltre, molte persone di fatto non hanno mai pianificato davvero alcunché in tutta la loro vita, non tenendo traccia né delle entrate né delle uscite.
Un suggerimento comportamentale è quello di stabilire un giorno fisso al mese per analizzare dettagliatamente quanto detto, monitorando le proprie entrate e uscite (o quelle del proprio nucleo familiare).
In questo modo, emergeranno sicuramente dei dati interessanti che riguardano un po’ tutti, indipendentemente dall’età. Per esempio, quanto spendiamo davvero per tutte quelle piccole spese a cui non facciamo caso? Il caffè o la colazione al bar, il tabacco o le sigarette per i fumatori, un abbonamento a qualcosa che non usiamo, in fin dei conti, granché (una piattaforma di streaming, un giornale online...).
Tutti questi piccoli esempi generalmente ammontano a migliaia di euro/anno! Quanto detto non significa rinunciarvi, d’altra parte. Significa avere contezza, nel medio e lungo periodo, delle proprie uscite di fatto regolari ma più “occulte”.
Qualche strumento pratico?
Le principali App Bancarie in nostro possesso hanno all’interno funzionalità molto semplici da utilizzare, che tracciano con esattezza l’ammontare di entrate e uscite mensili, semestrali, o annuali.
O ancora, strumenti online di molto semplice utilizzo come i calcolatori di budget finanziario, tra cui in Italia quello di CONSOB, ma ne esistono tanti altri. Attraverso questi strumenti, sarà possibile identificare e quantificare i redditi (lavoro, pensione, rendite immobiliari..), rendite finanziarie, altre fonti più o meno eccezionali.
Soprattutto, si avrà chiarezza in merito alle spese, di ogni tipo.
L’aspetto più ostico è la raccolta della documentazione: dai singoli scontrini alle buste paga relative a un determinato periodo.
In questo senso, le funzionalità dell’Internet Banking risultano più efficaci e lineari, a patto che gran parte della tua movimentazione avvenga attraverso il tuo conto corrente.
In un modo o nell’altro, l’obiettivo è quello di comprendere con esattezza la differenza tra cosa esce e cosa entra e cioè il tuo risparmio reale.
Potrebbe ovviamente non essere intuitivo o semplice identificare, nel concreto, in che modo amministrare il proprio budget e risparmiare. Soprattutto, non è sempre chiaro l’obiettivo di medio o lungo termine. Pianificare un soggiorno all’estero, una gita di un fine settimana, o anche l’acquisto di un mezzo di locomozione è di fatto un’operazione piuttosto semplice perché, banalmente, si tratta di mettere da parte, per giusto qualche mese, la somma necessaria.
Diversa situazione è per tutto quello che è molto di lungo termine, di cui non si intravedono benefici immediati. Un fondo pensionistico complementare, per esempio.
Per quanto spesso sconfortante, bisognerebbe chiedersi anzitempo a quanto per esempio ammonterebbe la propria pensione, quando già sai che ti rimangono gli ultimi dieci, quindici anni di servizio. Acquisendo il dato, a cosa saresti costretto a rinunciare?
Facciamo qualche esempio riepilogativo.
Avendo ben individuato il tuo risparmio mensile, supponiamo di identificare due obiettivi: una vacanza con la tua famiglia, il cui costo si aggira sui 3000 euro e l’acquisto di un auto di seconda mano, di circa 5000 euro.
In primo luogo, pianifica le tempistiche: quale spesa ha per te la priorità? E le tempistiche finali? In quanto vuoi ottenere entrambe le cose? Un periodo biennale o triennale (24 o 36) è inteso, generalmente, come opportuno per questo tipo di attività di accantonamento.
Per entrambe le cose, servirebbero circa 230 EUR di risparmio fisso mensile per poterti permettere, agevolmente, di sostenere le spese senza intaccare alcun altro fondo.
Questo significa costruire con metodo un fondo per ogni obiettivo prefissato.
Ulteriore suggerimento è relativo al fondo emergenze, senza la necessità cioè di un obiettivo materiale, prefissato. Un fondo imprevisti, in sostanza. A quest’ultimo, per una corretta economia personale e familiare, dovrebbe andare circa un sesto o un settimo dell’entrata totale mensile.
Cos’è l’inflazione?Click to read
Purtroppo però, non tutto dipende da noi...
Proprio di recente, il termine inflazione è uno degli argomenti “caldi” in Europa e nel mondo. Ma che cos’è di preciso e in termini semplici?
Di fatto, si tratta di un dato che si esprime, anche sui giornali o in televisione, attraverso una semplice percentuale (inflazione al 7%, 8%...). E cioè? Significa, letteralmente, di quanto aumenta (o aumenterà) il prezzo effettivo di tutti i beni, i prodotti, i servizi. Nel dettaglio, questa percentuale viene calcolata in Italia dall’Istat ogni mese, prendendo come campione di dati il prezzo di un vasto ventaglio di prodotti e servizi, mettendo a paragone il loro costo reale a quello che i medesimi beni avevano l’anno precedente. Da qui, si potrà notare un incremento (o decremento, nel caso della deflazione).
Se cresce l’inflazione, significa che a parità di potere d’acquisto (cioè, letteralmente, i nostri ricavi mensili, o annuali), possiamo acquistare di meno. Se sappiamo con certezza quanto costa una determinata cosa, sia essa un semplice biglietto del cinema o uno scooter, possiamo pianificare bene, in modo logico ed esatto, nel medio e lungo periodo. Se però il prezzo del nostro obiettivo fluttua, risulta più incerto (anche dal punto di vista emotivo e comportamentale) impegnarsi per un obiettivo o pianificare.
Un’inflazione elevata ovviamente incide sul nostro patrimonio liquido: le noste riserve, letteralmente, valgono di meno perché, potenzialmente, possono essere utilizzare per un quantitativo minore di beni e servizi.
D’altra parte, questo non significa che l’inflazione piuttosto alta del momento (2023) colpisca tutti, indistinamente. I soggetti più colpiti sono quelli economicamente più fragili, proprio perché il rialzo dei prezzi è più visibile nei beni di prima necessità (alimenti, energia).
Altro argomento è l’ambito dei mutui, sempre più alla ribalta nelle diverse cronache nazionali ed europee. È certamente vero che, alzati i tassi d’interesse nei riguardi delle banche europee da parte della BCE, le banche a loro volta hanno innalzato i tassi nei riguardi dei debitori (individui, famiglie, imprese), ma chi usufruiva di tassi fissi non riscontra, a oggi, particolari variazioni rispetto al passato.
La soluzione, in questo, è di fatto una sola: pianificare, documentarsi. Se prima servivano 2 o 3 mesi per ponderare attentamente, ora prenditi più tempo, confronta ogni possibile soluzione, strategia o servizio.
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